[Αιών]
È una dimensione mortifera fuori dallo spazio e dal tempo che accomuna il volo di Peter Pan, la barca di Max, la melodia del pifferaio di Hamelin e l'atmosfera durante una narrazione.
Nella mitologia greca Chronos è contrapposto ad Aion.
Il primo è un padre divoratore di figli, l'archetipo del passare inesorabile delle ore, dei minuti e dei secondi.
Il secondo molto spesso è raffigurato come un bambino che gioca e immerso in questa situazione non si cura del tempo che passa.
Chi è fuori dal tempo è in una dimensione altra, dal profumo rarefatto di morte.
Nell’altrove, i minuti e i secondi non scorrono. Vi è invece un tempo fermo, immobile; fluisce indissolubilmente per gli altri ma non per chi è in questo piano.
“E tu sei così: sei caduto
Fuori dal tempo, il tempo
In cui mi trovo io
Ti scorre
Davanti:
Una figura
Sola
Su una piattaforma,
Di notte,
La cui oscurità
È gocciolata fuori
Completamente”[1]
Davanti alla dimensione ultima, ovvero quella della morte, l’uomo secondo Heidegger riesce a realizzare la propria autenticità.
La stessa dimensione, che per certi aspetti, accompagna Peter Pan, nell’isola che non c’è.
Il significato che assume il volar via del bambino perché ha paura di diventare adulto, è profondamente legato al concetto di tempo.
Peter Pan vive nell’isola che non c’è, dove il tempo non passa, rimarrà un puer aeternus, inattaccato nel tempo e per sempre bambino.
Il tempo di Peter potrebbe essere il tempo Aion: tempo dilatato quasi immobile; il tempo dell’incantamento.
Ed è proprio in questa dimensione, come afferma Bernardi, che si muove il racconto, uscendo dal tempo consueto e reinventandolo. In questo modo si esce dal diacronico e sincronico
“dell’esperienza infantile, che si aggira nel tempo-spazio vagabondando, sprofondando in un istante di densità massima e poi bighellonando, con pari interesse oppure no, in un altro tempo, ancora a temporale” [2]
La conoscenza di un tempo soggettivo, definito in maniera del tutto personale e senza una durata quantificabile, la si ritrova “Nel Paese dei mostri selvaggi”.
Percorso senza tempo, non ci è dato sapere quanto Max impieghi effettivamente per arrivare all’isola mostruosa, ma per quanto potesse sembrare lungo il percorso, al suo ritorno, la cena è pronta.
Maurice Sendak Nel Paese dei mostri selvaggi Adelphi
Il tempo della narrazione, del libro pur essendo collocato nel ritmo vitale dell’individuo si trova in un tempo altro, in un altrove incantato che come ci ricorda il Pifferaio Magico di Hamelin, è lontano sia nello spazio che nel tempo.
La dimensione di Aion vi è quando si legge una storia ai bambini. Questa offre la possibilità di fare spazio, tra le fauci divoratrici di Chronos, dove tutto scorre inesauribile e lasciare posto ad un'esperienza di un tempo altro.
Questo tempo non è necessario solo ai bambini, ma anche agli adulti. Loro sono spesso abituati a perire sotto le mandibole di Chronos.
Vi è un altro momento nel quale l’individuo varca la soglia delle ore e dei minuti: i riti di passaggio. Il giovane molto spesso si allontana dalla dimensione conosciuta della quotidianità per addentrarsi nel selvaggio, fuori dalla conoscenza del tempo e del luogo.
di Robert Browning e Antonella Toffolo e Umberto Fiori e Livia Brambilla
Topipittori
Note bibliografiche
[1] D.Grossman, Caduto fuori dal tempo, Mondadori, Milano, 2011, p.63 [2] M. Bernardi, Letteratura per l’infanzia e alterità. Incanti, disincanti, ambiguità, tracce. Franco Angeli, Milano, 2016, pag.89
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